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America Latina: Mercosul consolida e amplia l’integrazione regionale

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La diplomazia dei paesi sudamericani, nella loro maggioranza guidati da governi progressisti, ha realizzato ancora un fatto politico con riflessi positivi nello sviluppo economico e sociale.

Editoriale di “Vermelho”, portale web del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

Traduzione di Marx21.it
 

I capi di Stato e di governo membri del Mercato Comune del Sud (Mercosul, la sigla in portoghese, ndt), riuniti a Caracas il 29 luglio, nel 46° Vertice Presidenziale del blocco, hanno deciso di accelerare lo sviluppo produttivo della regione mettendo in marcia meccanismi che operano non più a favore dei monopoli, ma dei popoli.

I due risultati più evidenti e di maggior impatto del Vertice sono rappresentati dall’accelerazione del processo per attivare il Banco do Sul e l’impulso alla creazione della Zona Economica Complementare, con la partecipazione dell’Alleanza Bolivariana per la Nostra America (Alba), la Comunità dei Caraibi (Caricom) e Petrocaribe, che è l’accordo energetico composto da Venezuela, Cuba e diversi altri paesi dei Caraibi. Secondo i leaders riuniti a Caracas, la Zona Economica Complementare mira a far avanzare il consolidamento di un’economia giusta, produttiva ed equitativa nella regione.

La Zona Economica Complementare ha carattere strategico e vitale, e può contare sulla partecipazione di 24 paesi dell’America del Sud, dell’America Centrale e dei Caraibi, e si propone di costituirsi come una formazione economica che va ben al di là di quello che viene chiamato libero commercio, per attestarsi al livello del commercio giusto e integratore, degli investimenti congiunti e dello sviluppo delle forze produttive.

In questo ambito, va rilevata la dimensione geopolitica e, sul piano dell’economia internazionale, dell’avvicinamento difeso dai leaders di Mercosul tra il Banco do Sul e il Novo Banco do Desenvolvimento (Nuova Banca di Sviluppo), creato nel corso del Vertice dei Bricssvoltosi a Fortaleza il 15 luglio.

“Da Mercosul, deve sorgere uno spazio per lo sviluppo di un’economia prospera, produttiva, avanzata, propria, autonoma, nostra. E’ arrivata l’ora dell’America del Sud. L’ora per la nostra regione di pensare in grande, attuare alla grande e cercare il grande”, ha detto il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha lanciato anche un appello perché i paesi della regione avanzino compatti, “affermando il cammino dell’America del Sud”.

Con la medesima prospettiva, la presidente brasiliana Dilma Rousseff ha messo in relazione le sfide di Mercosul e dei processi di integrazione con il quadro internazionale segnato da accentuata instabilità. Da ciò, giustamente, la leader brasiliana trae la conclusione che “è importante rafforzare i nostri mercati interni, che sono stati ampliati in forma significativa dalle politiche di inclusione sociale e distribuzione del reddito che hanno rappresentato uno dei segni e motori del nostro sviluppo”. Dilma ha ribadito la giusta comprensione da parte del governo brasiliano del carattere di Mercosul, come spazio politico ampio, democratico e plurale, in cui convivono liberamente idee, concezioni, modelli e visioni del mondo.

Mentre ha rappresentato un passo in avanti per rafforzare l’integrazione regionale allo scopo di dare impulso allo sviluppo economico come benessere per i popoli e progresso sociale, il 46° Vertice di Mercosul è stato anche espressione di solidarietà internazionale e di sforzi tesi alla pace, con l’approvazione di una risoluzione in cui si respingono gli attacchi perpetrati dallo Stato di Israele contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza.

Allo stesso tempo, con un gesto che rafforza l’unità del blocco, i capi di Stato e di governo riuniti a Caracas hanno manifestato la loro solidarietà e appoggio incondizionato all’Argentina, contro i fondi buitres che stanno muovendo una guerra economica e finanziaria contro il paese australe.

In tal modo, Mercosul e altri organismi di integrazione regionale in America Latina si consolidano e si ampliano, una tendenza opposta alla pretese di subordinazione avanzate dal candidato Aecio Neves (il candidato delle forze conservatrici e neoliberiste alle prossime elezioni presidenziali del Brasile, ndt) che propone la loro cancellazione e difende il fatto che la politica estera brasiliana ruoti attorno alle grandi potenze imperialiste – Stati Uniti e Unione Europea – a danno della sovranità nazionale e della solidarietà tra popoli fratelli.

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